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Stefano Zamagni: bene comune e bene pubblico non sono la stessa cosa

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Ascoltando il Prof. Stefano Zamagni su YouTube, o leggendo ciò che ha scritto, una riflessione è d’obbligo, ma anche mille!

Dopo una lunga pausa, riprendiamo il contatto con i lettori del nostro blog e lo facciamo con alcune riflessioni di un illustre Professore. Da ormai diverso tempo, ho trovato su YouTube molti video interessanti, sui più svariati argomenti, al punto di poter dire che questo social è diventato ormai uno spazio altamente formativo, se si ha voglia di conoscere. Vi invito perciò ad ascoltare attentamente le lezioni magistrali che il Prof. Stefano Zamagni ci ha regalato in questi anni.

stefano zamagni

Tra i tantissimi spunti che ho portato con me, ogni volta che ho dedicato il mio tempo al suo ascolto, vorrei oggi lasciarvene tre per riflettere, magari tornarci appena possibile (e che vi invito commentare in fondo), perché sempre i suoi contenuti e il suo modo di narrare e aprire ragionamenti, lasciano in me un segno indelebile (e di questo lo ringrazio pubblicamente). Le argute argomentazioni di Stefano Zamagni, piene di sostanza, che spaziano tra passato e presente, ci insegnano molto di ciò che anche professionalmente, chi si occupa di politiche sociali, non può ignorare.

Stefano Zamagni: Bene privato, Bene pubblico, Bene comune

“…Il benessere (Well-being) dipende da tre categorie di beni: privati, pubblici e comuni. Il bene comune e il bene pubblico non hanno nulla a che vedere tra loro, non sono la stessa cosa, anche se in questi anni c’è chi li confonde e cerca di farlo credere. Il Bene privato è un bene escludibile e rivale nel consumo (es. un orologio personale), mentre il Bene pubblico è come un bene privato ma con i “non” davanti, cioè è un bene non escludibile e non rivale (es. una strada pubblica). La sua fruizione però non postula forme di aggregazione o di tipo comunitario, ossia viene fruito in maniera individualistica. Il Bene comune non solo è di tutti ma per essere fruito postula una certa convergenza di fruizione che può essere materiale o spirituale a seconda dei casi (es. acqua pubblica, sanità)…“ Clicca qui per il video.

stefano zamagni

Stefano Zamagni: non confondiamo i beni comuni con i beni pubblici

Il disagio di civiltà oggi dipende da tre carenze, di cui la prima è la scarsità di beni comuni (…) noi oggi soffriamo per la scarsità di beni comuni non di beni pubblici. Noi oggi soffriamo perché abbiamo una scarsa quantità di beni comuni (…) perché abbiamo un eccesso di beni pubblici. Non confondiamo i beni comuni con i beni pubblici. Avevamo pensato a suo tempo di assegnare allo Stato la produzione e distribuzione di beni pubblici, pensando che avrebbero sostituito i beni comuni. Oggi gli enti non hanno più le risorse per coprire tutti i costi dei beni pubblici. Ma se in passato fossimo stati più ragionevoli e saggi, oggi non ci troveremmo in questa situazione, perché avremmo dedicato più attenzione ai beni comuni che ai beni pubblici. Lo stato non può prendersi cura del nostro destino, non può surrogarsi alla nostra coscienza. L’anno scorso (2011 n.d.r.) abbiamo fatto il referendum sull’acqua, che non è un bene pubblico, è un bene comune. Lo stesso è successo alla sanità che è diventato un bene pubblico e non un bene comune. La sanità intesa come cura appartiene alle categorie dei beni comuni e non dei beni pubblici.” Clicca qui per il video.

Prima il bene, poi la giustizia, poi la verità

“Come una scienza che non si trasforma in amore, ovvero non è finalizzata al bene, rischia di scadere nel razionalismo, così una giustizia che non fosse finalizzata al bene rischia di diventare giustizialismo. Non è che la giustizia e la verità non sono importanti, ma devono essere finalizzate al bene”.

Adesso tocca a voi: cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti.

Sabrina Paola Banzato
Dottore in Servizio Sociale e Sociologa della salute

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